
Il match di Serie A tra Lecce e Napoli, in programma martedì 28 ottobre 2025 alle ore 18:30 allo stadio Via del Mare, vede di fronte due squadre con ambizioni e stati di forma decisamente diversi: il Napoli di Conte è primo in classifica e reduce da una vittoria sull’Inter, mentre il Lecce di Di Francesco si trova a lottare nella parte bassa della graduatoria dopo la sconfitta con l’Udinese.
Stato di forma e statistiche recenti
Il Napoli guida la classifica con 18 punti, a pari con la Roma, e ha dimostrato solidità difensiva e buon rendimento offensivo, nonostante qualche battuta d’arresto in trasferta nelle ultime settimane.
Il Lecce occupa il sedicesimo posto con soli 6 punti, e cerca certezze dopo un avvio difficile: ha vinto solo una delle ultime quattordici gare casalinghe nell’anno solare 2025, perdendo 8 volte.
Nei cinque confronti recenti tra le due formazioni, il Napoli ha ottenuto quattro vittorie e un pareggio, segnando la netta superiorità tecnica e psicologica nei confronti dei salentini.
Statistiche principali e pronostico
- Napoli: 18 punti (1° in classifica), reduce da vittoria 3-1 sull’Inter
- Lecce: 6 punti (16°), sconfitta 3-2 contro Udinese
- Ultimi 5 Lecce-Napoli: 4 vittorie Napoli, 1 pareggio
- Media gol Napoli: 1.7 a partita; Lecce: 0.9
- Lecce: 8 sconfitte su 14 partite casalinghe nel 2025; in 9 di queste non ha segnato affatto
Probabili formazioni
Lecce (4-3-3): Falcone; Kouassi, Gaspar, Tiago Gabriel, Gallo; Kaba, Berisha, Coulibaly; Pierotti, Stulic, Morente
All. Di Francesco
Napoli (4-1-4-1): Milinkovic-Savic; Di Lorenzo, Beukema, Buongiorno, Olivera; Gilmour; Politano, Anguissa, McTominay, Spinazzola; Lucca
All. Conte
Lecce-Napoli: due modi di approcciare differenti
Lecce e Napoli sviluppano modelli di gioco profondamente diversi, riflettendo la distanza tra le due squadre in termini di ambizioni, qualità tecniche e organizzazione.
Il Napoli di Antonio Conte adotta un 4-1-4-1 molto saldo, ma è estremamente fluido in fase di possesso e sa leggere situazioni di gara grazie alla varietà e all’esperienza dei suoi uomini.
La costruzione dal basso, con i centrali difensivi che si allargano per dare spazio al centrocampista metodista – spesso Gilmour o Anguissa – permette all’esterno basso, Di Lorenzo e Olivera, di avanzare e superare la prima pressione avversaria. Questo sistema alimenta la superiorità sulle fasce, liberando giocatori come Politano e Spinazzola per ricevere palla in situazioni avanzate.
Il gioco offensivo napoletano predilige triangolazioni strette tra centrocampo e attaccante, dribbling sulle corsie esterne e cross mirati, sfruttando la capacità di inserimento di McTominay ed Anguissa.
In fase di non possesso, il Napoli pressa molto alto, costringendo l’avversario all’errore o al lancio lungo: una volta conquistato il pallone, la verticalità e la transizione rapida sono le armi principali. Quando il risultato è favorevole, la squadra si compatta in un 5-4-1, dimostrando grande solidità difensiva e la possibilità di raddoppiare sulle linee esterne.
Il Lecce, invece, cerca risposte con un modulo che alterna il 4-3-3 e una costruzione a tre bassa: i salentini puntano sulla rapidità degli esterni d’attacco, come Morente e Pierotti, e sulle sovrapposizioni dei terzini.
La squadra di Di Francesco prova a mantenere un baricentro medio-basso, con molto lavoro di copertura preventiva dei difensori centrali e del terzino opposto all’azione, puntando a ripartenze veloci e verticalizzazioni. In possesso, il Lecce punta a creare superiorità sulle fasce e a coinvolgere più uomini possibile nell’azione avanzata, ma mostra carenze nella gestione del possesso sotto pressione e nella finalizzazione, con difficoltà a supportare la punta centrale e dare qualità agli ultimi metri.
Confronti chiave
Nel confronto diretto tra i giocatori chiave, emergono duelli tattici cruciali:
- Lucca contro Gaspar: Lucca ha caratteristiche da pivot, protegge palla e fa salire la squadra, risultando un punto di riferimento nei cross e nelle verticalizzazioni napoletane. Gaspar, dovrà puntare su fisicità e attenzione nella marcatura, ma rischia di essere sopraffatto dall’esperienza e dalle movenze dell’attaccante partenopeo, specie sulle palle inattive e nelle fasi di transizione.
- Politano vs Gallo: l’esterno del Napoli ha una grande facilità nel dribbling e nell’uno contro uno, crea superiorità e spesso si accentra per cercare il tiro o il cross sul secondo palo. Gallo sarà chiamato a un costante rincorrere e dovrà essere disciplinato, perché la minima disattenzione può generare situazioni pericolose dentro l’area.
- Anguissa vs Berisha: In mediana il confronto sarà principalmente di ritmo e intensità. Anguissa ha più muscoli e visione rispetto a Berisha e può dominare nei contrasti e nelle palle alte, ma anche inserirsi a sorpresa. Berisha dovrà affidarsi alla tecnica e al tempismo per ovviare alla minor prestanza fisica, puntando su palle corte e veloci per evitare la pressione partenopea.
Il Napoli sembra avere vantaggi significativi in quasi ogni settore del campo, ma dovrà mantenere attenzione alle ripartenze salentine, soprattutto se dovesse esporsi dopo possesso prolungato.