Anche ieri sera non sono mancate le polemiche sulla conduzione arbitrale di Inter e Lazio. Nel quarto di finale di Coppa Italia il gol di Marko Arnautović ha fatto infuriare i tifosi delle squadre avversarie che hanno rilanciato l’hashtag #MarottaLeague.
L’analisi dell’ex Graziano Cesari, ai microfoni di canale 5, è stata la seguente: “In area ci sono Dumfries e Rovella che si trattengono, uno tiene il braccio e l’altro la maglia, è reciproco. Però c’è De Vrij in posizione di fuorigioco. Corre verso il centro del campo e il grande caso è questo e se disturba o no la visuale del portiere della Lazio. Lui si disinteressa e non vuole partecipare al gioco, ma è sulla linea di visione del portiere. E il regolamento ne parla. La domanda è se Mandas vede o meno partire il pallone calciato da Arnautovic. Avrei preferito che il VAR Chiffi fosse stato più presente e richiamasse il direttore di gara Fabbri alla revisione. La sensazione che ho è che non se ne siano neanche accorti per quanto bello era il gol e perché nessuno ha protestato”.
Sull’argomento è intervenuto l‘AIA che ha placato gli animi dando le spiegazioni. Come rilanciato da calciomercato.com: “il portiere era comunque fuori causa, l’attaccante (De Vrij) lontano dal portiere e il pallone lontano dall’attaccante. Sono questi i tre parametri che secondo l’Associazione italiana arbitri rendono corretta la decisione di convalidare il gol del vantaggio dell’Inter segnato da Arnautovic.
Il designatore Rocchi tiene in considerazione un aspetto molto importante: senza il disturbo di De Vrij il portiere avrebbe potuto tentare la parata? Andiamo a leggere la regola in questione, che è la numero 11 del regolamento: “Un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito se interferisce con un avversario: impedendogli di giocare o di essere in grado di giocare il pallone, ostruendogli chiaramente la linea di visione…o facendo un’evidente azione che chiaramente impatta sulla capacità dell’avversario di giocare il pallone”. Secondo l’AIA, quindi, Mandas non sarebbe stato comunque in grado di giocare (parare) il pallone e quindi De Vrji non può avergli impedito nulla. La decisione del direttore di gara Fabbri non viene, così, valutata come un “chiaro errore”.