In vista del derby, il mondo mediatico sta cercando di mettere pressione sull’Inter. Per molti addetti ai lavori o anche per i cosiddetti “potenti influencer” la squadra di Chivu sarebbe addirittura la favorita senza troppe discussioni. È un classico: quando si parla di Inter – soprattutto negli ultimi anni – spesso lo si fa per toccare le corde emotive di un gruppo che certe dinamiche negative le ha già vissute. È come quando hai affrontato un trauma e basta un flashback per rivedere l’inferno. È come riaprire una vecchia ferita.
Prima di addentrarci nel derby occorre fare una premessa. Negli ultimi quattro anni una sola volta è arrivato lo scudetto. Troppo poco per una squadra quasi sempre indicata come la più forte del campionato. Serve onestà: il campo ha spesso raccontato qualcosa di diverso. A fine stagione, senza titolo, dobbiamo chiederci se questo gruppo sia davvero una squadra vincente o una splendida (dipende dai punti di vista ndr) illusione.
Il tifoso interista, è vero, si è anche divertito: alcune sfide resteranno nella storia. Da menzionare La semifinale di Champions League contro il Barcellona a San Siro, il 22 aprile 2024 con la seconda stella conquistata proprio davanti al Milan. Emozioni immense, ma quando si guarda la bacheca serve lucidità: questa squadra è a un bivio. Deve capire se vuole scrollarsi l’etichetta di “bella ma non vincente”.
Un derby più equilibrato di quanto si dica
A proposito di Milan. L’Inter non è la favorita, e se proprio deve esserci una squadra forse lo sono più i rossoneri. Sono reduci da tre vittorie consecutive, l’ultimo con un netto 3-0 in semifinale di Coppa Italia. Una botta tremenda e difficile da dimenticare. Chivu per la prima volta affronta una stracittadina da allenatore della Prima Squadra e si troverà di fronte un Allegri che torna in un derby milanese dopo dodici anni, con tutta la sua esperienza e maledetta pragmaticità.
Per l’Inter è un vero esame di maturità. Finora, contro le big del calcio italiano, il bilancio dice due sconfitte contro Juventus e Napoli e una sola vittoria con la Roma. Non è da escludere che quella di domenica possa essere una partita molto simile a quella del Maradona. In quell’occasione Conte sorprese tutti utilizzando Neres come falso nove, mettendo in serie difficoltà la difesa nerazzurra. Una gara condizionata anche dal rigore inesistente assegnato al Napoli, certo, ma che ha mostrato limiti in difesa che potrebbero ripresentarsi.
Anche domenica, infatti, il Milan non avrà una punta vera: ci saranno Leao e Pulisic, giocatori che basano tutto sulla velocità e sull’imprevedibilità, oltre che ad avere delle qualità tecniche importanti. Dopo l’esperimento uscito bene con la Fiorentina, Chivu potrebbe confermare Bisseck al centro per non ripetere gli errori di Napoli oppure affidarsi all’esperienza di Acerbi o De Vrij.Allegri ritrova il “suo” Rabiot, l’Inter perde Dumfries e non recupera Mkhitaryan. Non due assenze di poco conto, ecco perché definirla così tanto “la favorita” sembra più un giochetto psicologico che una lettura reale del campo.
Il fattore emotivo e l’incognita arbitrale
Poi c’è l’aspetto emotivo: ogni derby ha una vita propria e la differenza la fanno anche le motivazioni e le cicatrici. I giocatori dell’Inter sanno bene dove poter attingere per poter affrontare la stracittadina a mille. Basta guardare la sintesi dell’ultimo derby perso senza scusanti.
Infine, l’arbitro. Quel Simone Sozza che non sta vivendo un periodo brillantissimo nelle partite dell’Inter. L’ultima quella con la Fiorentina. Ed è impossibile non ricordare il contatto Morata-Asllani in finale di Supercoppa che diede il via alla rimonta rossonera. E sappiamo come è finita. Eppure, è anche il direttore di gara della stracittadina del 5-1. La pressione sarà anche sulle sue spalle.
