
Grandi, grossi e in età avanzata. Olivier Giroud contro Edin Dzeko, classe 1986 tutti e due, non proprio la meglio gioventù dei numeri 9, ma esperienza e saggezza in quantità industriali. Nel derby di Champions League, almeno nella gara d’andata, Dzeko ha stravinto il duello. Giroud ha lottato, è stato il milanista che ha ingaggiato il maggior numero di duelli (15), però sotto porta si è visto poco, anzi niente.
Di lui, in questo derby, resterà il tocco all’indietro per il palo di Tonali che sarebbe stato conteggiato come assist in caso di gol. Altro non ricordiamo. La squadra non arrivava a Giroud e viceversa.
Dzeko vince il duello con Giroud
Partite come quella di ieri spiegano perché Simone Inzaghi consideri più adatta alla sua idea di attacco la coppia Dzeko-Lautaro, rispetto alla LuLa. Dzeko, si legge su La Gazzetta dello Sport, si muove come un regista offensivo senza perdere l’acutezza per il gol, come dimostra la rete dell’1-0, situazione di palla inattiva in cui il bosniaco e Dumfries hanno indotto gli avversari a (s)cambiare le marcature, con un risultato sconcertante per il Milan.
Il “piccolo” Calabria, e non Tomori, si è ritrovato a “curare” il colosso bosniaco. A Dzeko si può imputare soltanto l’ipnosi subita nel faccia a faccia con Maignan, occasione sprecata per un 3-0 che sarebbe stato tombale. Nel complesso, il derby dei piloni d’attacco non ha avuto storia: fatta base 100, noi diciamo 85 a 15 per Dzeko su Giroud.