
È la sera dei miracoli, fai attenzione.
Qualcuno, nei vicoli di Roma,
con la sciarpa rossoblù, piange lacrime di gioia
lacrime versate per questo trofeo che mancava da 51 anni.
È la sera dei miracoli,
per chi c’è sempre stato,
tra salite e discese, tra promesse mantenute e tradite,
tra stagioni deludenti, retrocessioni, rinascite,
qualificazioni tra i grandi e sogni d’Europa.
È la sera dei miracoli,
per quei giovani che amano la propria città
e non si vergognano di difenderla,
che portano in alto il suo nome per tutta Italia e oltre,
che non hanno vissuto il grande Bologna
ma stanno lottando per riportarlo dove merita.
È la sera dei miracoli,
per quei padri cresciuti a tortellini e storie dei nonni
su Bulgarelli e Nielsen,
per quei padri che poi sono maturati
con Beppe Signori e Roberto Baggio,
e che hanno tramandato l’amore per questi colori
ai figli, oggi sugli spalti a cantare a squarciagola.
È la sera dei miracoli,
per Vincenzo Italiano:
dopo la gavetta, la D, la C, la B, la A,
l’Europa con la Fiorentina e tre finali perse,
dopo essersi portato addosso l’etichetta del perdente,
dopo lo scetticismo iniziale,
ha cancellato tutto rispondendo sul campo,
con i fatti, da vero uomo di sport.
È la sera dei miracoli,
quelli costruiti da Sartori,
direttore silenzioso, umile, geniale,
che da anni scrive pagine vere di calcio italiano,
con il lavoro, con la visione,
con la sostanza che vince sempre sulla forma.
È la sera dei miracoli,
per Dan Ndoye,
un ragazzo arrivato dalla Svizzera in punta di piedi,
che ieri ha scritto una pagina indelebile
nella storia di Bologna.
È la sera dei miracoli,
per Lorenzo De Silvestri,
a Bologna dal 2020, voluto fortemente da Sinisa Mihajlović,
che da lassù, ne siamo certi,
sorride di gusto vedendolo sollevare quella Coppa,
da uomo prima che da calciatore,
da leader vero di un gruppo meraviglioso.
È la sera dei miracoli,
per Lewis Ferguson,
che dopo un crociato, ieri ha giocato
con la fascia da capitano al braccio,
da condottiero vero,
senza mai togliere la gamba fino al novantesimo.
È la sera dei miracoli,
per Riccardo Orsolini,
che da anni incanta il Dall’Ara,
che da anni è cercato dalle grandi,
ma che da anni rende il Bologna una grande.
Anzi: grandissima.
E che da anni merita l’azzurro più di chiunque altro.
È la sera dei miracoli,
anche per Cesare Cremonini,
che il giorno prima della partita
è andato a dare un bacio al papà,
al cimitero di San Lazzaro,
e che gli dedica questa Coppa,
sudata anche da lui,
come l’avrebbe sudata il padre sugli spalti
in prima linea.
È la sera dei miracoli,
cara Bologna,
questa sera sei bellissima.