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Pisa e Verona: trasferte vietate

Pisa e Verona: trasferte vietate dopo gli scontri del 18 Ottobre. Ma questo è davvero calcio e questi sono davvero tifosi?

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha disposto il divieto di trasferte per i tifosi di Pisa e Verona per i prossimi tre mesi, dopo i gravi scontri avvenuti sabato 18 ottobre nei pressi dell’Arena Garibaldi prima del match di Serie A tra le due squadre.
La misura, decisa in accordo con l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive, entra in vigore dal 24 ottobre, giorno in cui il Pisa sarà ospite del Milan a San Siro. Era già stata prevista la presenza di circa 4.000 supporter pisani, biglietti che verranno ora annullati.

Pisa e Verona: gli scontri del 18 ottobre

Secondo quanto ricostruito, intorno alle 11:30 di sabato, circa 200 ultras dell’Hellas Verona, arrivati in città senza scorta, si sono scontrati con gruppi di tifosi locali nelle vie adiacenti lo stadio.
Ne è nata una vera e propria guerriglia urbana, con lanci di oggetticoltellitubi idrauliciaste di bandiera riempite di cementobombe carta e lacrimogeni utilizzati dalla polizia per disperdere le frange più violente.
Sono seguiti numerosi feriti e danni a veicoli parcheggiati nella zona. Lunedì 20 ottobre, cinque ultras veronesi sono stati posti agli arresti domiciliari, come confermato dalla Digos di Pisa.

La reazione delle istituzioni

Piantedosi ha definito la misura «necessaria per tutelare la sicurezza pubblica e garantire il regolare svolgimento delle manifestazioni sportive».
A sostegno del provvedimento è intervenuto anche il ministro per lo Sport, Andrea Abodi, che ha sottolineato come tali decisioni rappresentino «un momento di riflessione e responsabilizzazione per tutto l’ambiente calcistico».
Abodi ha dichiarato: «Il mio pensiero va a Raffaele Marianella, l’autista morto nei giorni scorsi, e alle tante persone perbene che ora subiscono le conseguenze dei comportamenti di pochi delinquenti. Chi ama lo sport non può vedersi limitato nella libertà a causa di chi trasforma la passione in violenza».

Le reazioni dei club e dei tifosi

La decisione ha suscitato reazioni contrastanti tra le società e i tifosi.
Il Pisa Sporting Club si è detto «sorpreso e rammaricato» per un provvedimento ritenuto «sproporzionato» e ha chiesto un confronto istituzionale con il ministro Abodi per valutare eventuali alternative.
Anche tra i tifosi nerazzurri e gialloblù si è diffuso il malcontento per una misura che colpisce indistintamente l’intera tifoseria, inclusi i sostenitori estranei agli incidenti.

Le prospettive future

Il divieto di trasferte resterà valido fino a gennaio 2026, coprendo così la parte centrale della stagione di Serie A. Nei prossimi mesi, l’Osservatorio e il Comitato Analisi per la Sicurezza delle Manifestazioni Sportive (Casms) monitoreranno il comportamento delle tifoserie, con la possibilità di revisione anticipata delle misure in caso di miglioramento della situazione.

Questo è davvero calcio?

Possiamo ancora permetterci di chiamare tifosi chi va allo stadio armato e con l’intenzione di creare disordini?

Perchè non definiamo tifoso chi va allo stadio per godersi lo spettacolo. Godiamoci chi porta allo stadio il proprio figlio sulle spalle, con una sciarpa al collo, a vedere ed a tifare la propria squadra del cuore.

Da frequentante degli stadi da anni, questa appena descritta è la scena più bella.

Non chiamiamo tifosi chi si presenta armato, questo non è calcio.