Dove nasce il fenomeno Ndiaga Sall
Le origini del senegalese classe 2009 paragonato a Yamal e cercato da mezza Europa. Tutto nasce da una passeggiata in piazza a San Foca: scopriamo la singolare storia di Sall e dei suoi mentori il ds Salvatore Taurino e il mister Vincenzo Mazzeo

È senza dubbio il fenomeno del momento, tra i top 5 dei “Most Wanted” di Transfemarkt.it, è Ndiaga Sall, talento di soli 16 anni di cui tutta Italia ne sta parlando.
Classe 2009, senegalese, attaccante esterno destro ma di piede mancino che attualmente milita in Serie D girone H con la maglia del Nardò con cui ha già collezionato 7 presenze e 2 gol. Insomma, un piccolo Yamine Lamal, così come è stato subito ribattezzato ad Otranto.
Lì dove tutto è cominciato, quasi per caso: “Io e Vincenzo Mazzeo incontrammo Sall in piazza a San Foca, ci chiedeva di giocare a calcio. Il pomeriggio stesso lo abbiamo portato con noi ad Otranto all’allenamento e siamo rimasti estasiati. È nato tutto così” dichiara l’ex direttore sportivo della squadra salentina, Salvatore Taurino (attualmente ds del Maglie in Eccellenza pugliese).
Da quel giorno la vita di Sall non è stata più la stessa: valanghe di gol nella categoria Allievi e Juniores ed esordio a 15 anni in prima squadra con l’Otranto in Promozione pugliese grazie a mister Vincenzo Mazzeo.
Tutto molto bello, tutto talmente in fretta che il nome di Sall comincia a circolare forte tra i vari addetti ai lavori. E sì, è tutto vero quanto letto in questi giorni. Le richieste sono arrivate anche da Bayern Monaco, Barcellona, Paris Saint Germain, Borussia Dortmund.
Ma è la Juventus la squadra prescelta, salvo poi scoprire di non poter tesserarlo a causa dell’articolo 19 della FIFA (che regola i trasferimenti di calciatori stranieri minorenni non accompagnati).
A confermarci tutto è proprio il direttore sportivo Taurino che in un anno ha accompagnato Sall in lungo e largo per lo Stivale e non solo. Sono tanti i dettagli, parecchie le curiosità rivelatoci in questa lunga e piacevole chiacchierata che ci portano alle radici del fenomeno Ndiaga Sall.
Direttore come arrivò Sall ad Otranto?
Fu scoperto in maniera anomala. Passeggiavo in piazza a San Foca con il mister Mazzeo. Sall era lì con suo ‘cugino’ Mor Diop, nostro conoscente. Ricordo che era un ragazzino timoroso, e spaesato, non parlava nemmeno in italiano. L’unica sua richiesta fu quella di giocare a calcio. Così il pomeriggio stesso lo abbiamo portato allo stadio Nachira di Otranto. Eravamo in fase di preparazione, era l’estate 2024. Durante la partitella ci sbalordì, ci siamo subito resi conto che poteva essere un giocatore di primissima fascia.
Con la maglia dell’Otranto, in prima squadra, Sall ha collezionato 11 presenze a soli 15 anni. Una statistica non da poco. Ci racconti la storia?
Tesserarlo non è stato affatto semplice. L’iter burocratico per ottenere il permesso di soggiorno e l’ok dalla FIGC è stato lunghissimo. Abbiamo dapprima sistemato il tutto con la questura e i servizi sociali poi inviata tutta la documentazione direttamente a Zurigo, alla sottocommissione della FIFA, che ci trasmise l’accettazione per il tesseramento. Lui intanto si è sempre allenato con la Prima squadra ma giocava con i pari età degli Allievi e sotto età con la Juniores. Il divario però era disarmante. Ricordo che nello scontro diretto contro la terza in classifica, categoria Juniores, vincemmo 4-1 con tripletta di Sall, giusto per rendere l’idea. Così con il mister Mazzeo lo abbiamo fatto esordire in prima squadra ed anche con i grandi faceva la differenza.
Così attorno a Sall si creò l’interesse di tante big anche europee…
Dapprima lo portammo in rappresentativa regionale guidata dal mister Prisciandaro e successivamente fu convocato nel torneo delle Regioni in Sicilia dove manco a dirlo sfornò gol e prestazioni di livello tanto da essere nominato l’MVP del torneo, categoria under 17. Fu convocato dalla nazionale under 16 LND a Veronello ed è lì che destò impressioni molto positive in tutti gli addetti ai lavori. Dopo 10 giorni, grazie anche a qualche nostro rapporto di amicizia, hanno cominciato a chiamarci Bayern Monaco, Dortmund, Barcellona, PSG. All’estero però non poteva andare per i suoi requisiti e allora abbiamo pensato di muoverci in Italia cercando un top club che garantisse al ragazzo un determinato percorso. Si sono mosse tutte dalla Roma (direttamente con Bruno Conti), fino alla Juve passando per il Bologna, la Samp, Fiorentina, Atalanta e Sassuolo. Con il mister Mazzeo abbiamo scelto i bianconeri. Lo accompagnammo a Torino e gli è bastato un solo allenamento per essere convocato al Mundialito under 16, grazie alla regola dei due prestiti. La mattina successiva Sall era in campo contro il Panathinaikos e dopo mezz’ora la Juve vinceva 2-0. Indovinate chi aveva segnato? Ovviamente lui, doppietta.
E dopo cosa è successo?
Dopo un mese Sall e Taurino furono convocati a Torino dal ds Sbravati e dal dirigente Pessotto. Oltre all’aspetto prettamente calcistico ci fu prospettato il percorso sociale, con alloggio alla Continassa ed iscrizione allo Scientifico tecnico sportivo con il parere favorevole dell’avvocato nominata dal tribunale dei minori di Lecce. Purtroppo però scoprimmo che la Juve (essendo un club professionistico) non poteva tesserare un minore con i requisiti di Sall.
Fu allora che fece un tentativo il Milan?
Esatto, il Milan under 23 essendo retrocesso in D. Il ds Tare in persona lo voleva a tutti i costi ma anche in questo caso il ragazzo non poteva essere tesserato in quanto l’under 23 del Milan ha la stessa matricola della prima squadra. A quel punto si è inserito il Lecce che ha aggregato il ragazzo alla Primavera salvo poi non poterlo tesserare per gli stessi motivi e lasciarlo al Nardò in serie D.
Che giocatore è Sall?
Per me è già pronto per un top club. Non a caso io e mister Mazzeo spingevamo più per una soluzione all’estero perché ritenevamo che un ragazzo con le sue potenzialità giocherebbe da subito in prima squadra senza i vari passaggi. Anche la Juventus aveva pensato di portarlo subito in under 23 per capire se fosse poi già da prima squadra.
Quali sono le sue caratteristiche migliori?
La velocità e poi ragiona sempre in verticale. Oggi giocatori che puntano l’uomo sono ricercati da ogni top club e Sall ha innata questa caratteristica. Noi abbiamo dovuto lavorare tanto su altri elementi come la tecnica di base e il passaggio perché lui in automatico quando riceve palla pensa solo alla verticalizzazione o al dribbling. Nell’arco di una partita ti crea quelle 4/5 palle nitide da gol oltre anche a segnare. Il soprannome Yamal lo abbiamo dato ad Otranto perché le caratteristiche sono quelle. È una piccola fotocopia.
Direttore, so che lei è molto restio ad affrontare l’argomento ma che effetto le fa vedere tutte le attenzioni che sta ricevendo?
Devo ammettere che ci fa un po’ di rabbia perché non era il percorso che noi avevamo in mente. Dietro c’è tanto lavoro giornaliero fatto per il bene del ragazzo. Abbiamo girato tutta Italia, io personalmente lo ho accompagnato dappertutto ma solo dopo molto tempo il Lecce si è accorto che nella città di Otranto vi era un ragazzo con queste potenzialità.
Cosa pensa di tutto questo interesse mediatico sviluppatosi attorno al ragazzo?
Preferirei che lo lasciassero stare in pace.
Si sente ancora con Sall e cosa si sente di consigliargli?
Certo, ci siamo sentiti proprio in questi giorni. Gli ho detto di non leggere nulla di quello che si scrive su di lui, di concentrarsi, soprattutto di divertirsi e poi si vedrà. Per fortuna Sall è già molto maturo per l’età che ha, mi ha anche detto “Mamma mia, stanno scrivendo un sacco di cavolate”. Noi lo scorso anno lo abbiamo sempre cercato di tutelare, nonostante ogni settimana un club professionistico ci chiedeva di visionarlo. Abbiamo pensato esclusivamente al bene del ragazzo.
Fuori dal campo che tipo è di Sall?
Un ragazzo solare, sorridente, intelligente, scaltro. Spesso lo scorso anno usciva con i ragazzi della juniores proprio per ambientarsi e vivere una vita normale.
Si aspettava che fosse subito determinante anche in D?
Assolutamente sì, può essere determinante anche in serie A.
Lei di giocatori ne ha visti tanti. Questo Sall dove potrà arrivare?
Sicuramente è il più forte tra tutti i giocatori che ho avuto e visionato finora. Ragazzi così se ne incontrano una volta sola nella vita calcistica. Credo che se andrà nelle mani giuste e si fiderà delle persone giuste potrà arrivare in un grande club ed essere un top da qui ai prossimi dieci/15 anni.

