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Juventus, le parole di Spalletti nella conferenza di presentazione: "Lieto di essere qui. Scudetto? Vogliamo rientrare in corsa."

L'ex CT della Nazionale ha voluto chiarire la situazione legata al tatuaggio del Napoli, e ha dichiarato di voler utilizzare una difesa a 4.

Juventus: comincia l’era Spallletti. L’allenatore toscano ha affrontato diversi temi, partendo dallo Scudetto e chiudendo sul ruolo di Koopmeiners, passando per l’impiego di Vlahovic e il modulo ideale.

Al fianco del neoallenatore della Juventus, il DG Damien Comolli, che ha aperto la conferenza stampa e risposto ad alcune domande.

Le parole introduttive di Comolli

“Siamo molto lieti oggi di presentare il nostro nuovo allenatore Luciano Spalletti. Le sue passate esperienze ci dimostrano quanto sia l’allenatore giusto per questa squadra. Il suo contratto dura fino alla fine della stagione ma ci può essere un allungamento di comune accordo.”

“Per noi è molto importante vedere il gioco della squadra, e con Chiellini e Modesto abbiamo deciso di avere Spalletti come nuovo allenatore e pensiamo che sia l’uomo perfetto per noi.”

Le domande per Spalletti: prime sensazioni in bianconero?

“Sensazioni bellissime, la storia di questo club è infinita. Sappiamo che ci sono alte aspettative ma entrarci dentro è una bellissima emozione.”

La Juve è una sfida per ripartire dopo la Nazionale?

“La voglia è quella di riportare la Juve ad alti livelli. Colgo l’occasione per salutare Tudor, un professionista vero e una persona fantastica. Sono sicuro di trovare una squadra allenata bene ma dovremo comunque allenarci in modo intenso. Ringrazio il direttore Comolli per questa grande opportunità.”

Che idea si è fatto sul valore della rosa?

“Se non avessi creduto nelle potenzialità della squadra, non sarei venuto. Nonostante i momenti difficili, la squadra è forte e credo di poter fare un bel lavoro coi ragazzi a disposizione. Proveremo a raggiungere risultati importanti e a rimettere a posto alcune cose: per un club come la Juve è fondamentale entrare in Champions. Dovremo fare bene perché le altre corrono.”

Da chi è composto il suo staff?

“Ho portato 3 collaboratori tecnici e un preparatore atletico. È importante essere circondati da figure che conoscono il calcio e queste sono Domenichini, Martusciello, Russo e Sinatti. Baldini ha voluto terminare questo rapporto con mia sorpresa, ma lo ringrazio perché è uno dei più svegli nella mobilità e nell’atletismo.”

È stimolato dalla voglia di migliorare alcuni singoli?

“Il mio lavoro è basato su questo, è normale che io sia stimolato. I gol sono fondamentali nella crescita di un giocatore, perché le partite si vincono così. L’essenziale è essere squadra sia in campo che fuori: se tutti ragioniamo nello stesso modo possiamo adattarci a qualsiasi dinamica nella partita.”

Le parole rivolte a Perin: speranza o avvertimento?

“I giocatori devono rendersi conto di quello che succede, ma con Perin era una battuta. Ovviamente un allenatore può essere bravo quanto vuole, ma è la qualità dei calciatori che fa la differenza. Quel “dipenderà da voi” era un modo per coinvolgerli in questa esperienza dove dobbiamo viaggiare tutti insieme. Io non ho bisogno di un contratto lungo, per cui quest’esperienza deve servire a lavorare e collaborare di volta in volta per poi tirare le somme.”

La Juventus può tornare in corsa scudetto? Come verrà gestito Vlahovic?

“Sì, spero di poter rientrare nel giro scudetto. Ne parlavamo anche nello spogliatoio ed eravamo d’accordo che le intenzioni sono quelle di rientrare in corsa. Mancano tante partite e ne ho viste di tutti i colori nei miei anni, quindi non vedo perché io debba accontentarmi di un qualcosa che non è il massimo. Per me ora sono i ragazzi la cosa più importante e il loro valore è alto. Vlahovic? Non ho ricevuto alcuna imposizione dalla società, quindi vedrò in allenamento cosa farà e a giudicare dall’ultima partita il suo atteggiamento è ottimo. Ha giocato una gara straordinaria.”

Quale sarà il “vestito” della sua Juve?

“Oggi dirigerò il mio primo allenamento, alla vigilia di una partita. Ora non vorrei dare le notizie alle avversarie, ma credo sia giusto dare seguito agli ultimi schemi utilizzati. Ci sono giocatori che preferiscono giocare in zone diverse del campo, ma ciò non significa che non dovranno dare disponibilità. Probabilmente utilizzeremo la difesa a 4.”

Che avversario si aspetta domani?

“Ho visto tante partite in questo campionato, anche l’ultima del Napoli e dell’Inter, e nonostante siano squadre forti a volte tentennano, quindi noi non dobbiamo essere presuntuosi di niente. Dovremo avere rispetto per tutte le squadre e basarci sui fatti, sul rumore del pallone sull’erba e sulla sua velocità. Solo lì potremo parlare. Tutto verrà dal campo.

Qual è la mentalità da avere nella Juve?

“L’autodisciplina fa sempre la differenza. Io ho sempre trattato tutte le squadre con rispetto, comprese le persone e gli addetti delle avversarie. Sapevo se il magazziniere dell’altra squadra aveva il cane o il gatto per stupirlo in qualche modo. La trasparenza e l’amicizia devono essere le componenti di una grande squadra. Il gol lo prendiamo? È responsabilità di tutti; dobbiamo aiutarci e mantenere nel tempo la costanza e la cura per i dettagli.”

Qualcuno a Napoli non è contentissimo: cosa si sente di dire?

“Ho lasciato ovunque qualcosa, e a Napoli è venuta fuori una cosa superiore grazie al bellissimo calcio che abbiamo fatto e allo scudetto importante che abbiamo portato a casa. Ho avuto un rapporto particolare con loro, e per me è tutto invariato. Ho fatto le analisi del sangue dal braccio non tatuato: non voglio che cambi nulla.”

“Napoli mi rimarrà sempre nel cuore, aldilà delle scelte professionali. Il fatto di estrapolare delle clip sulla questione della tuta, riguardava quella stagione lì. Dissi al Presidente di non aver messo una tuta diversa nella stagione successiva, ma non è che io debba smettere di fare l’allenatore. Quell’opzione del contratto l’ho rispettata ma dopo quella stagione è giusto fare altre esperienze, quindi riprendere questa cosa per attaccare non fa il bene comunicativo.”

Pensa di essere compatibile col DNA Juventus?

“In campo l’importante è vincere. Che sia con un rimpallo o con una grande azione, l’importante è vincere. Poi ovviamente è bello vedere una squadra giocare bene, anche per i tifosi. Venendo spesso qui da avversario ho sempre percepito sensazioni fantastiche, quindi proveremo sia a vincere che ad essere belli.”

Cosa ne pensa della situazione di Koopmeiners?

“Conosco bene Koop, l’ho seguito negli anni precedenti e mi piaceva molto. Volevamo prenderlo ma costava troppo. Per me rimane quel giocatore lì, e nella mia idea è un mediano/mezz’ala. Si devono fare i complimenti a Gasperini che ha tirato fuori il meglio dal giocatore, che pressa costantemente gli avversari e calcia molto bene. Se messo troppo in avanti non ha quel tipo di qualità e mestiere, ha altre doti, nonostante all’Atalanta facesse bene anche quel ruolo.”

Come pensa di incidere nei risultati della squadra?

“Questo io non lo so. Assumerò il mio classico atteggiamento, sperando di entrare nella testa e nel cuore dei giocatori. Mi fido della mia storia grazie alle tante partite vinte, ma la differenza la fanno sempre i giocatori, anche se avere un metodo e delle capacità definite aiuta ad arrivare a risultati.”

“Il calcio è in continua evoluzione e a seconda dei momenti di gioco bisogna adattarsi: lì si fa la differenza. Ho sentito dire in tv: “Lui non è da Juve, lui neanche”, ma se mettiamo tutti insieme il nostro massimo possiamo essere un grande team.”