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Inter, periodo nero: quante colpe ha Inzaghi?

Un punto nelle ultime quattro giornate di campionato. L‘Inter, con questo deludente cammino, sta compromettendo la qualificazione alla prossima Champions League. Martedì gli uomini di Simone Inzaghi, contro il Benfica, si giocheranno la stagione. Inzaghi sa come si fa. In questi anni ha dimostrato di essere l’“allenatore di coppa”, uno capace di azzeccare quelle partite da dentro o fuori. Anche se con i portoghesi si tratta di un doppio confronto, i nerazzurri hanno tutte le carte in regola per passare il turno. Sarà difficile ma ci sono partite che vanno disputate con orgoglio e con un piglio diverso. I tifosi chiedono questo perché se oggi terminasse la stagione dell’Inter sarebbe giudicate in maniera insufficiente. Non può bastare una Supercoppa Italiana. Il bersaglio principale di stampa e tifosi è Simone Inzaghi. L’allenatore sembra aver perso il controllo del gruppo, certe scelte di formazione appaiono illogiche cosi come le sostituzioni.

MERITI E DEMERITI TATTICI – L’ex allenatore della Lazio ha un merito: aver regalato a Çalhanoğlu un nuovo ruolo. Il turco, in quella posizione, rende meglio rispetto a Brozovic. Quest’ultimo appare essere arrivato al termine della sua avventura con la maglia dell’Inter. Ci sono, però, molti demeriti. La squadra sembra conoscere solo il 3-5-2. Non ha quasi mai abbozzato dei cambiamenti se non quando si è ritrovato a recuperare partite e ad inserire Lautaro, Dzeko e Lukaku contemporaneamente. Una squadra abbastanza prevedibile e che non sembra avere un piano B. Una cosa impensabile se si è alla guida di un gruppo che ha l’obbligo di vincere in ogni competizione.

SOSTITUZIONI – Contro la Salernitana ha tolto dal campo Barella per fare spazio a Gagliardini. Il centrocampista è in scadenza di contratto, ha esternato la sua infelicità per il poco spazio avuto finora. Il classe ’95 non ha mai inciso e ha dimostrato di essere un giocatore mediocre. Non da Inter. Barella si ritrova quasi sempre sostituito da qualcuno che non è mai all’altezza. In questi casi, il pensiero che accomuna gli interisti è: “meglio Barella con una gamba che Gagliardini”. Continua a dare fiducia a Correa, un giocatore impalpabile e svogliato. Anche il Tucu, con la maglia dell’Inter, ha fallito miseramente. Considerando il prezzo del trasferimento (30 milioni di euro complessivi) si può definire l’argentino un innesto sbagliato. La dirigenza ha fatto il possibile per accontentare Inzaghi, facendo uno sforzo economico non da poco.

Sostituendo i giocatori ammoniti Inzaghi dimostra di non avere una fiducia totale nei suoi calciatori. E’ vero che si corre il rischio di finire le partite in inferiorità numerica ma è anche vero che parliamo di giocatori professionisti che dovrebbero sapere come comportarsi con un giallo sulle spalle.

Inzaghi se vuole salvare il suo posto – dopo aver vinto la Supercoppa – deve quanto meno raggiungere la finale di Champions League, vincere la Coppa Italia e arrivare tra le prime quattro in campionato.

DIRIGENZA – Non è esente da colpe la società. Beppe Marotta e Piero Ausilio, con le problematiche economiche che ha il club, hanno cercato di costruire una squadra quantomeno competitiva in Italia. Finora il campo non ha detto questo. Bene Onana, Acerbi e Mkhitaryan. Riportare Lukaku a Milano è stata una pessima idea. Il belga ha dimostrato forse solo con Antonio Conte di essere un giocatore di livello, oggi Inzaghi ha in rosa una giocatore con degli evidenti limiti tecnici. Bellanova e Asllani non possono essere giudicati visto che hanno visto il campo pochissime volte.

La situazione si farà ancor più dura qualora Inzaghi dovesse fallire la qualificazione alla prossima Champions League. Con quale disponibilità economica si potrà andare su un allenatore di primissima fascia? Forse quello più alla portata è Thiago Motta. L’italo-brasiliano dimostra di avere potenziale ma bisognerà vederlo alla guida di un top club. Conte è utopia, sia per l’ingaggio e sia per quello che poi il leccese chiederà per il mercato. Servirà un miracolo ma anche uno sforzo in più degli stessi calciatori che dimenticano di indossare la maglia dell’Inter.

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