Calcio ItaliaMilan

Sacchi: “A Fonseca serve tempo”

Arrigo Sacchi, storico ex allenatore del Milan, commenta così gli ultimi risultati della squadra rossonera soffermandosi in particolare sul mister Paulo Fonseca. Un Milan che dopo la grande vittoria al Bernabeu contro il Real Madrid, sabato scorso ha fatto un pareggio in trasferta contro il Cagliari. Un 3-3 che ha messo in luce un attacco con un ritrovato Leao che, dopo mesi di digiuno, torna a segnare ben due gol, ma anche una difesa sciagurata con un Theo distratto e irriconoscibile.

Arrigo Sacchi

Le parole di Sacchi sul Milan a Cagliari e Fonseca

Arrigo Sacchi, in un’editoriale alla Gazzetta, si esprime così sul Milan: “Qual è la reale versione del Milan? Quella che abbiamo ammirato a Madrid, dove ha offerto una prestazione stupenda, oppure quella piuttosto confusionaria che abbiamo visto sabato a Cagliari?…La mia impressione è che la verità, come spesso accade, stia nel mezzo. E cioè: il Milan non è ancora la squadra scintillante che ha messo k.o. in casa loro i Blancos del mio amico Ancelotti, ma non è nemmeno quella approssimativa che ha subito tre gol a Cagliari. Si tratta di avere pazienza, che è purtroppo merce rara nel mondo del calcio, e di questo sono pienamente consapevole perché il pubblico, si sa, vuole sempre tutto e subito”.

Su Fonseca si esprime così, lanciando anche critiche alla società: Gli imputano di aver fatto esordire dall’inizio un sedicenne come Camarda, e invece io lo difendo per questa scelta. Ha avuto coraggio, e il coraggio alla lunga premia sempre. Lo accusano di non aver dato un assetto solido alla difesa: per quello che si è visto a Cagliari il rimprovero ci sta; Però, e qui vado più in profondità, poniamoci una domanda: tutti i giocatori a disposizione di Fonseca sono stati scelti dall’allenatore oppure lui li ha “accettati” e adesso deve gestirli? Se, come credo, la seconda ipotesi è quella più vicina alla verità, l’errore sta nel modus operandi. La società deve scegliere l’allenatore e l’allenatore deve scegliere i giocatori. Questo è il percorso per arrivare lontano. Berlusconi non mi ha mai imposto un giocatore che io non desideravo, e quando ci ha provato, ad esempio con l’argentino Borghi, ho detto chiaro e tondo che non lo volevo e lui ha capito. La chiarezza sul campo, in termini di azioni e di gioco, è sempre figlia della chiarezza all’interno della società e nei rapporti tra le persone.”

Mostra di più